Lo shopping compulsivo, parte seconda

Abbiamo iniziato ieri a parlare dello shopping compulsivo… Il rito dello shopping produce sempre un senso di benessere immediato su di noi. Ed è normale sentirsi euforiche tra gli espositori e appagate all’uscita del negozio, con  i sacchetti dei nuovi acquisti da sistemare nel guardaroba.

Ma mettiamo che quell’euforia si consumi subito per lasciare posto ad un senso di vuoto… Che tenteremo di colmare altro shopping, per ripetere questo meccanismo in continuazione, dipendendo da esso per tentare di stare bene, almeno per un pò. E finiremo per sostituire le nostre cose a noi, l’apparenza a quello che davvero siamo e col tentare di anestetizzare  le sensazioni di dolore o tristezza con il momento (continuamente ripetuto) dell’acquisto.

I love shopping da morire, lo shopping compulsivo

Pensavo a Becky, Becky Bloomwood, la protagonista della saga di “I love shopping” di Sophie Kinsella, che poi è una traduzione italiana del primo libro della serie che si intitola “The Secret Dreamworld of a Shopaholic”. Ma il mondo di una shopaholic, un’alcolizzata di shopping,  non può essere un mondo di sogno, perchè il termine indica, di per sè, una dipendenza, ovvero qualcosa che spaventa sempre.

Sia chiaro, amo il mondo leggero di Becky, le sue scarpe e le sue svendite segrete nei palazzi pericolanti di New York… Ma vederla utilizzare una culla al posto di un carrello, per riempirla di abitini per un figlio di cui ancora non conosce il sesso… E poi osservarla mentre si abbuffa di cose che non userà mai. Tutto questo mi preoccupavava più che divertirmi. E lo shopping compulsivo è qualcosa di cui preoccuparsi perchè rientra tra le dipendenze patologiche: e ciò indica l’esistenza di un disagio alla base.

Shopping compulsivo, alcuni scienziati riescono a “disattivarlo”

 La mania dello shopping compulsivo non é una patologia recente, agli inizi del secolo scorso fu Krapelin il primo a parlare di “oniomania” o “mania di comprare“, per lungo tempo però questa fattispecie di mania non fu molto presa in considerazione  quando  nel 1996, Koran, psichiatra dello Stanford University, tornò a parlare di shopping compulsivo chiamandolo anche “epidemia nascosta”  e catalogando questa mania tra le malattie psichiatriche.