Ci sono creazioni degne di essere portate nel cuore o, almeno, nell’immaginario per lungo tempo: parliamo della scarpa dalla forma di un brico che versa cioccolato o caffè, il cui fluido si fa tacco, che trova sostegno a terra allargandosi in una chiazza.
Si tratta di una delle opere più famose del geniale shoe designer israeliano Kobi Levi, che sa prendere un sandalo e farne molto di più: un animale, il ritratto di una celebrity iconica o un oggetto. E, ora, arriva a trasformare un sandalo in una delle più famose streghe cattive della Disney. I sandali in oggetto sono peep-toe, slingback e rigorosamente alti ma “senza tacco”.
E rappresentano le cattive dei cartoni animati Disney che hanno colpito maggiormente la fantastia dello stilista: a partire dalla perfida e vanesia Regina Cattiva di “Biancaneve”: il volto è ritratto sulla soletta e la scarpa stessa, all’altezza della caviglia, assume la forma caratteristica dell’attaccatura del velo che le copre la testa e circonda la caviglia con la corona dorata della Regina.
Il ritratto di Ursula, la cattiva della “Sirenetta”, è invece stampata con tanto di capelli sollevati sulla soletta di un sandalo dalle velenose tonalità del nero e dal viola a pois bianchi.
Infine il blu elettrico ed il nero sono stati scelti per il ritratto di Malefica, la cattivissima strega antagonista della “Bella Addormentata nel Bosco”, per una scarpa dalla lunga punta chiusa, in questo caso, e incurvata e con il collo che si solleva in lunghe lingue nere e appuntite.
Kobi Levi ha motivato la scelta di dar vita a questi personaggi, osservando come:
“I personaggi Disney rappresentano la Fantasia per eccellenza. Li amavo quando ero piccolo ed è ancora così. La loro ingenuità cattura e mi fa entrare in un mondo magico. I cattivi sono speciali perchè sono iconici e interessanti. La mia scelta di lavorare con Ursula, Malefica e la Regina cattiva è scontata. Le ho sempre amate e, sebbene siano tutte degli stereotipi ciascuna di loro possiede una propria unicità e un carattere ed un temperamento ben definiti.”
Noi le adoriamo, tutte.