Le sfilate di Jean Paul Gaultier sono da sempre un concentrato di ironia, di teatro e di trovate sorprendenti. Questa volta per trovare ispirazione alla Haute Couture primavera estate 2013, andata in scena ieri a Parigi, lo stilista francese è volta in India, nel Rajasthan e ha portato con sé la tradizione e il caleidoscopio di colori delle popolazioni zingare del luogo.
Abiti tunica, con preziosi ricami, nei caldi color mandarino, zafferano e caffé, arricchiti con veli di chiffon che si appoggiano delicatamente sulla testa o sulle spalle come mantelli. Le righe, motivo icona della Maison si vestono di nuove forme, diventando macro e giocando con effetti ottici black & white, e bicolor.
Immancabile il bustier con reggiseno a cono, che sfilata dopo sfilata, si evolve in nuove declinazioni, mantenendo inalterato l’aspetto cult dagli anni ’90. E non manca nemmeno il coup de téatre nel gran finale. Sfila l’ultima modella con addosso un sontuoso e molto gipsy abito da sposa, fatto di trasparenze in organzae tulle, ricami in oro e una bella scritta a tutto campo sulla gonna Love Gaultier Paris.
E fin qui niente di strano, ma la gonna cela quattro bambine indiane che corrono in passerella accendendola di colore e allegria, infiammando il pubblico nel perterre, che applaude l’incorreggibile Jean Paul Gaultier.
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