Ogni donna possiede almeno un completino intimo color carne, la cui tonalità, più esattamente, può andare dal beige, al rosato, al cipria, al sabbia al pesca. Ovvero colori che riprendono le varie tonalità della pelle della donna bianca caucasica. Eppure, non si vede come gli stessi colori possano mimetizzarsi con la pelle nuda di una donna afroamericana, ad esempio.
Ad osservarlo, per prima, è stata proprio un’afroamericana: la psicologa Tara Raines, durante i saldi, è andata alla ricerca, nella famosissima catena, Victoria’s Secret di un completino color carne, della sua carne. Eppure non c’era nessun completino dalla nuance cioccolato e nemmeno moka o caffellatte. Così la Raines, per protesta, ha deciso di aprire una pagina, su Facebook, dall’eloquente nome di “What’s your nude”, ovvero “Qual è il tuo nudo”.
Inutile dire che già hanno aderito, diventando fan della pagina, oltre 3000 donne che vorrebbero essere in diritto di indossare, sotto il pizzo o la seta o qualsiasi trasparenza, un completo che dia l’effetto nudo, ma del loro nudo. Così, la fondatrice del movimento pro intimo anti-razzista ha sottolineato come:
È assurdo pensare che con tutto il potere che hanno acquisito le donne afroamericane negli USA, ancora non riescano a trovare della biancheria fatta apposta per loro, se non spendendo centinaia di dollari.
Ed ha poi proseguito:
Non credo sia troppo chiedere a queste aziende di includere qualche modello più scuro nelle loro collezioni. Tutte le donne, infatti, meritano di apparire e sentirsi sexy, in primo luogo con se stesse.
Ed è evidente come la situazione non sia affatto diversa in Europa o in Italia dove su dieci aziende contattate di target alto, medio e basso solo tre propongono qualche alternativa più scura rispetto al classico nudo, senza tuttavia arrivare ad includere, propriamente, le tonalità del marrone.
Fonte: d.repubblica.it