Giorgio Armani, per il suo autunno-inverno 2013-14, sceglie di rievocare gli anni Venti e gli anni Trenta del Novecento, affermando:
“L’eleganza di quei due decenni è per me il massimo che si possa pensare. Per le proporzioni e per la capacità di vestire bene il corpo femminile… Lo sapete che preferisco lo stile alla moda” .
E crea una collezione incredibilmente morbida e desiderabile: femminili sono gli abiti con una spallina lievemente scesa e le Mary Jane a punta, con fiocco sul dorso del piede. Bombetta in testa e i colori dei minerali del kajal orientale: rosa e lilla, azzurro polvere e verde mela.
Perchè una donna non è un manichino su cui costruire la moda, sovrapponendole stutture, tessuti troppo pesanti e linee che prevalgano sulle sue. Così gli shorts d’organza rivelano il corpo e i tailleur e i cappotti sono sempre avvolgenti. E la donna è tale anche in confortevoli pantaloni ampi.
Armani cede solo alla lusinga del tessuto tecnico: neoprene ma vellutato.
Marni sceglie esattamente la via opposta: tutto è stuttura rigorosa e rigido e grezzo tessuto. I cappotti sono ad uovo ed oversize, le maglie appaiono sorrette da rigide costolature.
La pelliccia domina incontrastata per colli e lunghe stole, mantelle e gonne ad A. Le stampe sono nelle nuance fredde e raffigurano foreste lontane e deserte. I dettagli di scarpe e zip maschili e austeri sandali fanno il resto. Ci provano gli inserti in pizzo e organza e le pieghe a dare femminilità.
Ma lo stile di fondo la nega continuamente, mentre vi si costruisce moda sopra.
Ecco allora spiegati i tailleur e i cappotti dall’aria avvolgente, dolce e arrotondata che circondano il corpo con leggerezza. Sembrano una risposta concreta al dilagante stile nudo e crudo degli altri stilisti.