Vivienne Westwood è la stilista dal mood punk per eccellenza? Fendi manda in passerella le modelle con creste di volpe colorate sulla testa? Ma la nuova frontiera del punk è il Vunk, ovvero il punk letto da Versace e della sua designer Donatella.
Lei non usa mai mezzi termini e stavolta è stata più diretta che mai: borchie e spike acuminati sui bracciali, spille e catene. Vernice e pelliccia di un giallo così intenso e di un rosso lacca così carico che non lasciano dubbi sulla fonte di ispirazione. E se non fosse sufficiente, il tartan apre un intero mondo. Ma ogni cosa deve necessariamente passare attraverso l’interpretazione inconfondibile dei Versace.
La sensualità spinta all’eccesso fetish: latex nero e bianco per top e lunghi abiti squarciati su tagli asimettrici e indossati con collari di borchie in cui si inserisce il barocco sfacciato dei cristalli. O decorati da spalline da cui sporgono punte acuminate e scintillanti. Latex anche per i revers di giacche indossate sulla pelle nuda.
Anche per la sera l’apparente femminilità di abiti lunghi di jersey drappeggiati rivela il tocco trasgressivo degli spacchi trapassati da lunghi chiodi, della vernice opaca e delle borchie. Mentre il lusso allude sempre qualcosa di indicibile con seta, trasparenze e visone. E alle silhouette aderenti di tubini e pants si oppongono soltanto i lunghi e ampi cappotti.
E le applicazioni trionfano sugli stivali, bassi o alla coscia e dal tacco a spillo. Mentre, tra le stampe british si impongono lo zebrato ed il maculato della Maison, anche per le mingonne di pelliccia, anche questi riletti dagli artisti americani The Haas Brothers.
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