E’ scesa la collezione Giorgio Armani Privè Haute Couture primavera estate 2013 in passerella. Ed è stato un giro del mondo in 54 oufit. Oriente e Occidente insieme ed elementi etnici e tribali, sempre tenendo come punto fermo la sontuosa eleganza del red carpet.
Così c’erano il rosso rubino, l’arancio e lo zafferano a citare tanto l’India quanto l’Africa che torna più forte con i zig-zag geometrici e le gonne dagli ampi volumi. Le stampe poi, citano altri luoghi nel mondo e nel tempo e sono righe, onde e chevrons. E con piccoli fiori e gonne indossate su pantaloni slim leggermente svasati in raso effetto Mikado, richiamano invece la Cina o, piuttosto, i meravigliosi kimono delle geishe giapponese.
Ma non si tratta di riproporre costumi tradizionali. Il gioco sottile è quello di citare soltanto. Quello di mescolare una vistosa collane etnica ad un gilet o ad un bolero dalla fantasia che ricorda gli abiti dei cantastorie negli antichi caffè di Damasco. E i tessuti sono quelli pregiatissimi come quelli che viaggiavano sulla Via della Seta e , oltre a questa, ecco il gazar e il raso e poi il cotone.
E poi perline, jais e paillettes che decorano tanto i top delle ballerine di Danza del Ventre quanto sui bustini delle dive dive ad un cocktail. E poi il rosso e il nero insieme che possono ricordare le ballerine di Flamenco e che appaiono elegantissimi. E, a dare un tocco romantico, lo chiffon e il tulle.
E torna sempre un corpricapo del tipo del fez marocchino e, ancor di più, lo scettro che si ripete a fermare drappeggi e ad appuntare scollature.
Photos|Vogue.it
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