Si chiama osmoteca e possiamo definirla un museo o una sorta di biblioteca che raccoglie i profumi del passato oltre che del presente: si tratta di oltre 1.800 fragranze, alcune delle quali ricreate in base a ricette antiche, come quelle riportare da Plinio per Roma Antica.
Gli odori hanno una capacità incredibile di riportare il passato al presente, in modo immediato e non stupisce dunque l’idea di conservarli, in associazione, anche ai personaggi che utilizzavano una particolare fragranza: basti pensare all’acqua di Colonia “Hungarian Queen” del 1815, usata da Napoleone quando era in esilio a Sant’Elena. L’osmoteca è stata accolta all’interno della Reggia di Versailles, dove tutte le fragranze sono conservate ad una temperatura costante di 13°C e tenuti sotto Argon, gas neutro più pesante dell’aria, per proteggerli dal contatto con l’ossigeno.
Quello che più affascina è la presenza non solo di essenze entrate nella leggenda ma anche 400 fragranze che possono essere considerate estinte. Così ecco la bottiglia di Chanel numero 5 del 1921 o del raro Crepe de Chine del 1925 o, ancora, il Cypre de Coty , creato François Coty nel 1917.
L’Osmotheque di Parigi è in realtà venuta alla luce già nel 1990 e l’ideatore e padre fondatore ne è stato il celebre naso Jean Kerlèo; ed è collocato accanto alla ISIPCA, la prestigiosa scuola di profumeria di Versailles.
Se in quest’ultima vengono create le fragranze del presente, nell’osmoteca tutti i profumi creati, mescolando fragranze naturali e sintetiche, vengono preservati dall’usura e dall’oblio e, davvero, scordare un profumo appare come qualcosa di incredibilmente triste.
I visitatori possono invece continuamente recuperare la memoria degli odori (quelli buoni) del passato e assistere, poi a conferenze sulla storia della profumeria e sulle tecniche coinvolte e a proiezioni di film e diapositive. Nel corso della visita si apprendono, quindi, informazioni sulle materie prime, sulle tecniche estrattive e compositive degli oli essenziali.