Il plissé. Quello che c’è da sapere…

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A questo punto, è preferibile trattare l’argomento una volta per tutte. Questo non significa che il plissé o tessuto plissetato, o dalle fitte piegoline non tornerà puntualmente nei prossimi articoli. Ma dopo la serata di ieri, bisogna fare il punto della situazione: io indossavo un miniabito con gonna plissettata (preso su ShopinLondon.it), ed ero circondata da gonnelline in tessuto plissè fluo e svolazzanti…

Per cominciare definiamo il plissé. Il più diffuso è il soleil, con pieghe strette e regolari che si irradiano come raggi di sole dal giro vita di una gonna fino all’orlo. La realizzazione del tessuto è elaborata ed affonda le sue radici nell’antichità:  si ritrova negli abiti  a pieghe elaborate,  dell’Antico Egitto… E poi pensate anche alle statue femminili, in marmo: le fitte piegoline, sono perfettamente rese nel marmo.

Ma un esempio famosissimo è una statua maschile, il cosiddetto Auriga di Delfi. E si viaggia attraverso la storia del costume per arrivare, appunto, alla famosa tunica Delphos, creazione di Mariano Fortuny  nel 1909.

E’ questo l’anno in cui viene brevettata la  tecnica del plissé. E così, si arriva a diversi tipi di piega : da quella che prende il nome da Madame Grés, alla più recente e iconica idea di Issey Miyake, fino alla plissettatura scultorea di Roberto Capucci.

Ed è per l’Estate un Must have per gonne, miniabiti o longdress… Interpretato in chiave romantica e leziosa nei toni neutri, come il rosa cipria o nelle stampe floreali, o nelle nuance pastello… Oppure letto in chiave più strong, con le tinte fluo o stampe animalier o tempestato di paillettes. O, addirittura con stampe optical o con le piegoline che diventano righine multicolor.

Ed il plissè si arricchisce di inserti e fiocchi, con la stessa lavorazione o di maxicinture a controllare la stoffa leggera e svolazzante. Mentre piccole cinture decorano abiti plissetati in raso.

E questa, prometto, era l’ultima ode al plissè. Per ora…

 

 

 

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