Il weekend si è concluso tra alti e bassi: metteteci gli “alti” del Cosmopolitan del venerdì sera, accompagnati da chiacchere estremamente interessanti con le amiche e quelli del pranzo di sabato, a base di insalata di fragole e salmone, seguito da shopping moderato e, comunque, rasserenante. Sottraete i “bassi” della domenica quando i pensieri tornano ad appesantirti, quando ricominci a contare le calorie del Cosmopolitan e a sentirti anche piuttosto sciocca perchè i fatti gravi di questi ultimi giorni non lasciano spazio a cose tanto superficiali.
Ecco, è li che cominci a sentirti in equilibrio tra i tuoi alti e i tuoi bassi, per poter sempre decidere per te stessa, per poter condividere con altri esseri umani anche i bassi più infimi. E deve essere così anche per le altre donne, che sembrano finalmente consapevoli della propria umanità e normalità; che sono capaci di apprezzare di più un abito indossato da una modella con curve morbide, vera.
Questo sono i risultati di un’inchiesta condotta da Ben Barry, per le strade degli Stati Uniti e in Canada e pubblicati, in Canada, dal magazine Elle. Le donne sono più motivate all’acquisto di un capo se questo è indossato da un’altra donna in cui può immedesimarsi per conformazione fisica ma anche età, ed origine.
Addirittura, l’intenzione di acquisto aumenterebbe del 200% per scendere, invece, del 60% se la modella è troppo magra, troppo alta, troppo perfetta. In poche parole, lontana anni luce dall’immagine e dalla vita da chi la sta guardando e da chi dovrebbe indossare il suo stesso abito.
I brand dovrebbero quindi capire che è ora di smetterla di proporre solo immagini di irraggiungibile perfezione per scendere al livello delle potenziali consumatrici: donne reali che ogni giorno tentano di accettare se stesse e la propria umanità, di difendere la propria unicità e di sperimentare la condivisione.
Marta 22 Maggio 2012 il 20:41
Brava!!leggerti è un piacere!