La parigina Camille Miceli, figlia di un editore d’arte e di una stilista, ha iniziato la sua ascesa come stilista di moda dopo aver fatto la conoscenza di Marc Jacobs, grazie a Naomi Campbell che li ha presentati.
Lei era figlia d’arte e possedeva un talento e una verve innati che lo stilista americano ha subito colto ed apprezzato; soprattutto, ha ritenuto di dover seguire i consigli che Camille gli dava e, in particolare, quello di “andare oltre il semplice”. Così lei, già responsabile dell’ufficio stampa di Chanel, è diventata la sua musa e lo ha seguito in Louis Vuitton come art director e responsabile della comunicazione.
Ma Camille possedeva delle doti creative che andavano sfruttate: così Jacobs le ha proposto di creare i bijoux per la collezione LV primavera-estate 2004. Quella era, di certo la strada giusta per la parigina che ha ammesso:
“Non lo avevo mai fatto, ma mi è subito piaciuto immensamente: il contatto con i materiali. Avevo trovato la mia strada.”
E Camille ha deciso di proseguire sulla stessa strada passando da Louis Vuitton a Dior e diventando art director della linea bijoux un paio d’anni fa. Al centro della sue creazioni ha messo le perle:
«Le perle sono un elemento basilare delle mie collezioni per Dior e ho cercato di reinterpretarle con un twist contemporaneo».
Ha dichiarato Camille. E la maison ha apprezzato al punto di affidarle anche una consulenza per il design degli accessori. D’altra parte, la jewel designer francese ha avuto altre intuizioni geniali come quella di creare Diorissimo, una versione morbida della Lady Dior.
L’ultima idea brillante, Camille l’ha avuta a proposito della presentazione della sua ultima collezione di bjioux per la griffe. Mescolando il mondo classico e dal sapore antico delle perle con quello contemporaneo, ha deciso di utilizzare un virtual movie, in cui la perla è utilizzata come ipnotica pallina, al centro di un flipper.
Fonte: Vogue.it