E’ il paese di Gabriela, la mulatta dalla pelle color cannella e dal profumo di garofano, raccontata da Jorge Amado e immersa nell’incanto dello Stato di Bahia. Le sue spiagge sono percorse da una ragazza, quella di Ipanema, cantata da Vinicius de Moraes e da Antonio Carlos Jobim. E’ la garota che cammina con la pelle dorata dal sole: incanta chi la guarda passare, ma lei sembra non accorgersi di nessuno, al di fuori di se stessa.
E ancora è abitato da donne capaci di lasciare dietro di sè, un’infinita nostalgia o saudade che impedisce, a chi le ha perse, di ritrovare felicità e bellezza, dopo che sono andate. Questo è quello che esprime Tom Jobim, con la sua Chega de Saudade. E in luogo d’incanto come questo, con le sue donne e le sue atmosfere e i suoi sapori, la moda e lo stile non possono che trionfare. E, se tutto questo vi ammalia, dovreste sfogliare il volume fotografico Brazilian Style (208 pagine, 65 USD), edito da Assouline e curato dal giornalista di W magazine, Armand Limnander.
Troverete al suo interno, per soffermarci sul “nostro tema”, scatti che raccontano della moda, del design e delle donne del Brasile come Carmen Miranda, l’attrice Sonia Braga, fino ad arrivare alle donne che ballano a ritmo di samba, durante il Carnevale di Rio e a Gisele Bündchen: la modella viene immortalata mentre è seduta, sulla spiaggia bianchissima, con i capelli al vento.
E’ così che le spiagge del Brasile sono poi diventate lo sfondo per gli scatti delle modelle di Victoria’s Secret, della chirurgia estetica e di molti luoghi comuni; ma la sua autenticità si ritrova tra le immagini del volume. E la sua autenticità è sospesa tra il passato ed il presente: quello del fashion designer Francisco Costa, della surfista Maya Gabeira, dello chef del D.O.M. di San Paulo Alex Atala e dei writers, ovvero artisti che realizzano murales, Os Gemeos.
Non manca, naturalmente, il lato buio, quello della miseria, delle favelas, dei traffici di droga e delle armi.
Voi sfogliate pure il volume e lasciatevi, per una volta sedurre dal canto di Ossanha e dalle sue malie d’amore, cantate nel disco Afro-sambas del 1966 di Vinicius de Moraes e Baden Powell.
Fonte: d.repubblica.it