Uno scontro che vede al centro delle polemiche un cognome: perchè un nome molte volte può valere molto. Può valere più del talento? Probabilmente no, ma non si può negare che un marchio molte volte ha la capacità di spianare la strada. Lo sanno bene i due Cavalli: stiamo parlando di Roberto e Luciana che sono addirittura arrivati a ad un procedimento legale per questioni riguardo al cognome ”conteso”. Roberto ha recentemente citato in tribunale una stilista catanese “rea” di avere lo stesso cognome e quindi di nuocere alla sua immagine proprio perchè lo possiede anche come marchio.
Insomma, quasi per dire: di Cavalli ce n’è uno solo e guai a imitarlo. La “povera” Luciana Cavalli, una stilista siciliana che da generazioni segue le tradizioni della sua famiglia, di regola non avrebbe alcuna colpa se si ritrova con un cognome importante ma, operando nel settore degli accessori (ha anche ottenuto la certificazione ”100% italiano“), deve scontrarsi con un mostro sacro del settore, che rivendica i suoi diritti.
Il mio marchio – ha voluto precisare Luciana – esiste dal 1981 mentre quello di Roberto cavalli dal 1996. Perche’ si accorge di me solo adesso? In questi giorni mi trovo a Milano, alla Micam, la fiera intenzionale delle calzature made in Italy che mi ospita da tre anni. Qui c’è il meglio. Qui mi conoscono per quella che sono, cioè per Luciana Cavalli che produce scarpe, cinture e borse di qualità. Prima avevo esposto anche a Mosca e a Pechino. Il mio sito è online da 6 anni. E Roberto Cavalli si accorge solo ora? Ultimamente il mio brand ha ottenuto anche la certificazione “100% italiano”. E poi la grafica del marchio catanese non induce in confusione con le creazioni di Roberto Cavalli. Tutto iniziò da mio nonno, che avviò la sua attività dal 1930.
Insomma, il pomo della discordia, il cognome Cavalli, resta ancora in ballo.