Il settore della moda prende di petto la crisi per sconfiggerla. Il Consorzio veronese della moda ha varato i Gruppi di acquisto, una iniziativa che ha riscosso già l’interesse di una trentina delle 48 aziende consorziate. In pratica alle aziende aderenti vengono messi a disposizione prodotti e servizi che dovranno avere il miglior rapporto qualità-prezzo. Sono stati anche individuati i primi interlocutori che hanno incontrato le aziende in una riunione a Mozzecane. E non si parla solo di gruppi di acquisto on line, che fanno subito pensare a Groupon e Groupalia, ma anche luoghi di incontro fisici (non solo virtuali) dove poter acquistare in gran quantità.
Purtroppo a sostegno del sistema manca completamente la finanza – sottolinea il presidente del Consorzio della moda, Italo Martinelli -. Si potrebbe realizzare qualche centro di vendita dei nostri associati, dei flagstore, ma senza finanza siamo ingessati. Come poi è bloccata la legge che definisce il “made in”, per noi fondamentale. Così nel mondo gira di tutto con marchio italiano, ma realizzato chissà dove. E poi va aggiunto il fatto che, dal locale alla Regione, a tante parole non succedono poi i necessari fatti concreti. L’Italia è in stallo gravissimo. Per le vendite e per gli incassi. Per l’export vediamo che i paesi classici tengono ancora, ma per i nuovi gli sbocchi sono difficili. E poi attaccare la Cina è impossibile.
Proprio la Cina in questi anni é divenuto un polo di attrazione per imprese non solo di grandissima dimensione: agroalimentare, meccanica, ambiente, moda: sono solo alcuni dei settori interessanti per gli imprenditori italiani, che spesso trasferiscono lì la propria attività produttiva. Tutte le linee di moda, dedicate sia alla donna che all’uomo, in questo Paese si completano con un dispendio minimo di costi per il personale e il sistema fiscale cinese é decisamente attraente per gli investitori stranieri.