Ormai ne siamo sommersi. Il Made in China é dappertutto: vestiti, calzettoni, scarpe, pigiami, pinze per capelli, nonchè forni a microonde, lavastoviglie, tende, smalti, e accessori vari. Insomma ormai ci meravigliamo anche se qualcosa non é prodotta nel continente giallo. Ma finalmente é arrivato il momento della riscossa: dopo un anno di dialogo è stato firmato ieri, a Pechino, l’accordo di cooperazione tra la Camera nazionale della moda italiana e la China national garment association (Cnga). Le due associazioni collaboreranno anche per armonizzare i calendari delle varie manifestazioni in Italia e in Cina.
La partnership prevede che le due associazioni aiutino le pmi italiane nell’introduzione nel mercato cinese e viceversa (anche se, come detto sopra non ce ne sarebbe così tanto bisogno…), che la CNGA supporti la Camera della Moda per la realizzazione dell’evento Milano Moda Showroom a Pechino durante Chic 2012. Probabilmente l’occasione é molto più ghiotta per noi italiani, infatti l’evento è la più grande fiera del tessile e dell’abbigliamento nell’area Pacifico con quasi 200 mila visitatori. La parte dell’Italia sarà quella di sostenere un selezionato gruppo di brand e stilisti cinesi che saranno presenti a giugno e a settembre 2012 a Milano Moda Uomo e Milano Moda Donna. Il riequilibrio commerciale resta in cima alla lista degli obiettivi cinesi.
Grandi crescite – dice Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda – danno l’opportunità di grandi soluzioni. Ma quando l’economia non cresce, ogni contraccolpo diventa uno tsunami. Con i francesi, prima della Cina è l’unico altro Paese al quale abbiamo accordato la nostra collaborazione, un’intesa che ci ha permesso di ottenere ottimi risultati. Era però un accordo tra simili, i due inventori di alta moda e prêt-à-porter, questo è un accordo tra grandi filiere, tra i due grandi sarti del mondo, noi italiani maestri nel top di gamma, loro nella produzione diffusa. Diversi, ma complementari.
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