A 15 anni ha confezionato la sua prima creazione, un blazer sartoriale, dopo aver imparato da autodidatta i segreti del taglia e cuci. Durante un concorso per giovani designers, indetto dal college presso il quale si laureerà più tardi, conosce il grande maestro Issey Miyake, ed è colpo di fulmine. Dopo essersi laureato, viene accolto nel team creativo del grande maestro e da allora non l’ha mai lasciato. Dopo dieci anni è diventato direttore creativo del marchio e ha fatto il suo debutto alla settimana della moda parigina. Lui è Yoshiyuki Miyamae.
Si era già fatto notare con le pre-collezioni primavera/estate 2012, una collezione che, coincidente con il grande terremoto, fisico e spirituale che ha devastato il Giappone, si era distinta per aver tradotto in forme e colori il bisogno di quel popolo di poter andare avanti e girare pagina. Aveva rappresentato il passaggio che segna la rinascita. E la volontà di Miyamae di lasciarsi tutto alle spalle ha preso vita in capi dalle linee nette e dai colori accesi e decisi e dall’utilizzo di materiali sperimentali, come la fibra di carta, una fibra morbidissima realizzata utilizzando un albero che ricresce nel giro di due anni, quindi a impatto zero sull’ambiente, ed altre stoffe studiate ad arte, come un misto di cotone e nylon per ottenere un poliestere più soffice e setoso del normale poliestere utilizzato normalmente per confezionare gli abiti.
E le stesse linee decise, la stessa forza e volontà, le ritroviamo anche nella collezione primavera/estate 2012 che ha da poco presentato alla fashion week parigina. Un mix di geometrie, tagli netti, forme e squarci che non lasciano posto alle titubanze. Il nuovo direttore creativo del marchio Issey Miyake non vuole incertezze o dubbi, vuole che chiunque osservi i suoi modelli prenda una decisione netta e vuole piacere o non piacere in assoluto.