L’edizione n.76 di Pitti Uomo (Firenze, 16-19 giugno 2009) si è conclusa evidenziando la volontà di reagire da parte degli operatori del settore, la consapevolezza diffusa tra i diversi attori di quanto sia importante fare sistema, condividere obiettivi e strategie per sostenere una ripresa della moda internazionale. “In questi quattro giorni di salone abbiamo percepito tanto impegno nel proporre una moda di qualità – commenta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – le aziende hanno presentato collezioni molto focalizzate sulla ricerca nei materiali e sulla vestibilità, prodotti per un pubblico esigente e disposto a spendere per un valore reale.
Gli stessi espositori ci hanno detto di aver incontrato buyer internazionali venuti a Firenze con un approccio positivo e concreto, che hanno lavorato intensamente per cercare i prodotti giusti per i loro negozi, che si sono seduti a tavolino per fare ordini e impegnare budget, sfidando lo stallo diffuso dei consumi e scommettendo su una volontà diffusa di ripresa. Il numero finale dei visitatori di questa edizione è davvero molto buono, e se combiniamo questo dato con la qualità delle presenze, effettivamente le nostre aziende hanno trovato solidi motivi di conforto. Certo nessuno si nasconde le difficoltà di questo periodo, dei consumi che stanno ancora soffrendo, ma la maggior parte degli operatori dimostra di reagire con strategie lungimiranti, e noi di Pitti stiamo già lavorando per potenziare l’offerta complessiva, innovare le modalità di rappresentazione, potenziare i servizi, e rendere più facile la partecipazione al salone”.
L’affluenza finale di Pitti Uomo è stata di circa 8.700 negozi (con una diminuzione dell’8% rispetto all’ultima edizione estiva) per un totale di oltre 18.000 compratori. Nei quattro giorni del salone sono stati più di 30.000 i visitatori complessivi. Ha tenuto bene il mercato italiano. “Quando si parla di presenze dei compratori – prosegue Raffaello Napoleone – dobbiamo sempre ricordare che in tutto il mondo la distribuzione di qualità si sta concentrando. Ciò significa che – a parità dei consumi finali – i punti vendita vincenti, quelli che vengono sempre a Pitti Uomo, diventano più grandi, acquistano e fatturano di più. È un processo che proseguirà nei prossimi anni e che non ci deve spaventare, al contrario, è un segno di razionalizzazione del mercato. Preoccupiamoci piuttosto, anche insieme ai governi, di far ripartire i consumi!”
Nella classifica dei primi sedici paesi è in testa la Germania (929 buyer), seguita da Giappone (593), Spagna (547), Olanda (422), Francia (411), Gran Bretagna (346), Svizzera (278), Cina (234), Turchia (229), Belgio (218), Grecia (203, Austria (178), Corea del Sud (176), Stati Uniti (156), Russia (143) e Portogallo (129) e Danimarca (100).
Infine è da registrare il successo che pubblico e stampa hanno attribuito a “Pitti People”, il tema di questa edizione che ha reso protagonisti i visitatori stessi del salone, attraverso gli scatti fotografici di un gruppo di giovani foto-blogger, e la grande attenzione riservata agli eventi speciali: la sfilata di Undercover al Giardino di Boboli, la performance degli americani Proenza Schouler a Villa La Petraia, i vincitori della prima edizione del concorso Who is On Next? / Uomo dedicato ai talenti della moda uomo, assieme agli oltre 100 eventi che si sono svolti nei quattro giorni alla Fortezza e in città.
Ecco alcuni commenti raccolti tra i buyer di Pitti Uomo 76:
Oscar Parella Sagarra, titolare del fashion store Oscar Parella, Costa Brava (Spagna):
”Riparto da questo Pitti Uomo con la sensazione di un’atmosfera di positività, nonostante i problemi di budget che tante aziende stanno attraversando. Certo gli ordini saranno prudenti, ma l’impressione complessiva è che le aziende si stiano rimboccando le maniche, per offrire un prodotto sempre più concreto e di qualità”.
Yoritsugu Negaki, general manager del colosso giapponese Raika Co. LtD:
“Abbiamo molto apprezzato la scelta del tema di questa edizione, Pitti People ci è sembrata una perfetta rappresentazione di quello che è l’universo Pitti. Il salone è una proposta di lifestyle globale, una panoramica unica al mondo che fa il punto sugli stili e le tendenze dell’uomo d’oggi, ed è bello che i suoi protagonisti possano sentirsi rispecchiati”
Lee Leonard, buyer per DLS Apparel Group, New York:
“Mi è sembrata un’edizione piena di idee, ho raccolto in giro molti pareri positivi sulla proposta moda, sui nuovi allestimenti degli stand e anche sul layout generale. Pitti Uomo è una visione a 360° gradi che attraversa classico, informale e avanguardia con un occhio ai nuovi talenti, e il suo percorso è ben leggibile nonostante i marchi in mostra siano tantissimi. È il luogo giusto per scegliere di volta in volta come e cosa proporre nei nostri negozi.”
Alessandra Dainelli, titolare dell’omonimo studio di Creative fashion consulting:
“A questa edizione ho notato una identificazione degli spazi ancor più precisa e una nuova energia nei progetti presentati dai marchi della nuova eleganza contemporanea: un modello di abbigliamento vincente anche dal punto di vista commerciale. La sezione Touch! ha un’offerta ancora più all’avanguardia, Futuro Maschile continua a crescere, e L’Altro Uomo è sempre più sofisticato e di ricerca. In questa edizione di Pitti Uomo ho trovato proposte interessanti anche nel comparto urban e nello sportswear, con tanto colore e ricerca nei materiali, come i nylon leggerissimi belli da vedere e da indossare”.