Incontro di culture, contaminazione di gusti, gioco di contrasti che creano un equilibrio diverso tra giacche (quasi) formali e pantaloni di shantung, leggeri e confortevoli. In questa contrapposizione di stile, che porta in città una rilassata eleganza di gesti, la giacca – sempre destrutturata, ma perfettamente costruita – sceglie galles, gessati, tessuti in apparenza tradizionali che sottolineano la struttura rigorosa del capo. Indossato su gilet a doppiopetto, camicia a volte sciolta e portata fuori dai pantaloni, leggere chemises all’orientale. Perfetta mediazione con i pantaloni light all’indiana, alla balinese, alla malese, a volte anche stampati, sempre di dimensioni ricche.
Cambia forma anche il modello più Armani, con pinces che rendono sottile il bacino e gamba che si restringe leggermente verso il fondo, dando slancio alla figura: effetto accentuato dalle nuove dimensioni della giacca, leggermente più corta e sottile. Invece della cintura, cravatte annodate in vita con apparente casualità.
Sfumature insolite, verde quasi grigio, grigio che vira nel beige, mastice, corda, un tocco violaceo e di ruggine, ma fusi, ammorbiditi, danno a questa collezione una dimensione estetica più intensa ed emozionale. Anche la maglieria, che può diventare giacca ma con il relax del cardigan, ha un aspetto fuso, tipo stuoia o carpet. Sciarpe appena appoggiate sulle spalle danno movimento e portamento.
Scarpe di rettile, coccodrillo e stuoia intrecciate, o stringate di ispirazione orientale danno leggerezza al passo, nell’happening finale di forte ispirazione indiana.